Condominio

Il quartiere può diventare un condominio

di Luigi A. Ciannilli (presidente di Conf.A.I.)

Sin dalla sua costituzione (1997) la CONF.A.I. ha sostenuto che “condominio” non significava ormai più, e da tempo, solo “abitazioni” ma, anche, aggregati ‘economico-produttivi', compreso aree intermodali, artigianali-industriali, senza mai dimenticare il più grande e ‘naturale' “condominio” che, da sempre, sono rappresentati dai “centri naturali” di ogni nostra Città e Comune; incluso vie, piazze, e perfino i singoli quartieri di ognuna di esse. Luoghi in gran parte desertificati soprattutto negli ultimi due decenni.
Il concetto di “condominio”, in vigore dal 1942 e aggiornate con la L. 220/2012, può essere di non trascurabile spunto per rivitalizzare questi contesti urbani, resi tali dal ‘boom' delle grandi superficie della “moderna distribuzione” che, guarda caso, all'estero da dove l'abbiamo imitati, stanno tornando alle origini per infoltire e rivitalizzare quei ‘giocattoloni' che, di giorno, sono pieni, mentre di notte soffrono anch'essi buio e silenzio tombale.
Conf.A.I. è disponibile, sull'intero territorio nazionale, ad esaminare e valutare le diverse esigenze, con gli stessi operatori economici interessati e/o associazioni di settore, per adattare i principi e le regole fondamentali alla base del concetto di “condominio” alle singole realtà urbanistico-economico-commerciali e di servizi. La cui sparizione sta aumentando a vista d'occhio, con gravi riflessi sui servi, sulla sicurezza e, non meno, sull'occupazione

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