L'AMMINISTRATORE PUÒ INTIMARE IL PRECETTO
L'intimazione del precetto è un atto stragiudiziale che il creditore deve notificare al debitore prima di iniziare l'esecuzione forzata. Come è ovvio, non è necessario procedervi se il debitore offre di dare spontanea e immediata attuazione al titolo esecutivo che, nel caso illustrato dal lettore, è rappresentato da una sentenza e, in particolare, dalla statuizione sulle spese di lite. Il creditore, dunque, non deve attendere le determinazioni del debitore, ma può notificargli il precetto - i cui costi, compresivi di competenze legali, sono davvero modesti - anche contestualmente alla notifica del titolo esecutivo. Non si tratta, dunque, di un atto introduttivo di un nuovo giudizio o grado di giudizio, ma di una intimazione di pagamento con l'espresso avvertimento che, in mancanza di adempimento entro il termine assegnato, si procederà a esecuzione forzata contro il debitore. La decisione di intimare precetto non pare possa ritenersi eccedente i poteri dell'amministratore: da una parte, si tratta di atto che comporta modestissimi oneri economici; dall'altra, attiene alla conservazione e attuazione delle ragioni del condominio. Del resto, è noto che costituisce specifico dovere dell'amministratore recuperare i crediti del condominio nei confronti dei singoli condomini entro determinati termini, procedendo anche a intimare precetti e a eseguire pignoramenti senza alcuna autorizzazione assembleare (articolo 1129, nono comma, Codice civile). Se ne può ricavare, quantomeno, un generale potere-dovere dell'amministratore di recuperare i crediti del condominio anche nei confronti di terzi. Sotto il diverso profilo dell'opportunità, l'intimazione del precetto o la scelta dell'avvocato per farlo sono soggette alle stesse forme di controllo di qualsiasi scelta gestionale rimessa all'amministratore. Anche per il recupero delle quote condominiali o per "compiere gli atti conservativi delle parti comuni" (articolo 1130, n. 4, Codice civile) l'amministratore può trovarsi a scegliere l'avvocato del condominio e a prendere decisioni in ordine alle strategie per il recupero di crediti. Per pretendere un risarcimento occorre contestare queste scelte e dimostrare che esse hanno determinato un danno. In mancanza di circostanze particolari, pare difficile ipotizzare un danno per il condominio in relazione alla decisione di intimare il precetto o alla scelta dell'avvocato che vi proceda.
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