Gestione Affitti

Codice identificativo per hotel, b&b e case vacanze

Dal 2021 dovrebbe diventare operativa la banca dati nazionale delle strutture ricettive

di Annarita D’Ambrosio

Una regolamentazione era stata sollecitata più volte, anche dagli addetti ai lavori. Per questo si attende con particolare interesse il decreto del Mibact con le modalità di realizzazione e di gestione della banca dati delle strutture ricettive italiane, prevista dal comma 597 dell’articolo 1 della legge di Bilancio 2021 (la 178/20) che dovrà riportare anche la lista degli immobili destinati alle locazioni brevi ai sensi dell’articolo 4 del decreto legge 24 aprile 2017, numero 50, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 giugno 2017, numero 96, identificati mediante un codice da utilizzare in ogni comunicazione inerente all’offerta e alla promozione dei servizi all’utenza, fermo restando quanto stabilito in materia dalle leggi regionali.

Innanzitutto, va chiarito che una banca dati analoga con relativo Cin (Codice identificativo nazionale) delle strutture era già stata prevista al quarto e quinto comma dell’articolo 13 quater del Dl 30 aprile 2019, numero 34, cosiddetto “decreto Crescita ” convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 28 giugno 2019 numero 58, pubblicata nella Gazzetta ufficiale 151 del 29 giugno 2019, decreto in vigore dal 30 giugno 2019. Al Cin aveva fatto riferimento anche la Corte costituzionale nella sentenza 84/2019.

Come finì? Stefano Bettanin, presidente di Property managers Italia, l’ associazione nazionale di categoria del turismo residenziale, e Ceo di Rentopolis e Shomy, ci conferma che alla previsione normativa non sono mai seguiti i decreti attuativi perché cadde il Governo e le Regioni hanno agito in ordine sparso. Ha fatto da apripista la Lombardia, dove il Cir (Codice identificativo regionale) è entrato in vigore il 1° novembre 2018. Hanno istituito il codice poi anche la Puglia, il Veneto, il Piemonte e la Campania.

«Sembra di capire – ci spiega Bettanin – che i codici a questo punto su ogni singola struttura sarebbero due: uno regionale, nelle Regioni dove è stato istituito, e uno nazionale. Il Cin come iniziativa fine a sé stessa però non serve se non è inquadrata in un ridisegno complessivo del settore». Audita in Parlamento più volte, Property managers Italia ha sollecitato sia un unico codice Ateco per la categoria sia, sul fronte del ricorso alla cedolare secca per i proprietari di immobili affittati sotto i 30 giorni (vedi articolo di apertura), di legare la presunzione di imprenditorialità non al numero di immobili ma al superamento di un certo fatturato.

La preoccupazione di Bettanin è legata in particolare a quel tessuto economico che si era sviluppato nelle città d'arte e che l'emergenza pandemica ha spazzato via all’improvviso.

Citato il dato simbolico di Venezia: secondo l’Osservatorio turistico alberghiero Otex di Property managers Italia il fatturato generato dal turismo residenziale, nei primi 11 mesi del 2020, è stato di 70,2 milioni di euro, con una perdita del 63,74% rispetto allo stesso periodo del 2019.

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