Gestione Affitti

Affitti brevi, accordo tra Comune di Milano e Airbnb sull’imposta di soggiorno

dalla Redazione

È stato siglato ieri l'accordo tra Comune di Milano e Airbnb che regola la modalità di riscossione dell'imposta di soggiorno e che ha preso il via il 1° marzo scorso. Lo annuncia la Airbnb, che si è impegnata a raccogliere e riverare al Comune l'imposta raccolta dagli ospiti che prenotano i loro soggiorni sulla sua piattaforma online. Milano diventa così la più grande città d'Italia ad aver sottoscritto un accordo con il Portale: in base alle stime del Comune è previsto un ulteriore incasso dalla tassa di soggiorno di tre milioni di euro. Va ricordato che Airbnb non si riconosce tra gli «intermediari» che devono versare la cedolare del 20% sugli affitti brevi, quindi si trova nella singolare posizione di sostituto d’imposta per il Comune ma non per l’agenzia delle Entrate.
Per Alessandro Tommasi, Public Policy Manager di Airbnb Italia, l'accordo «È il risultato di un percorso di confronto e di dialogo con l'amministrazione locale, che dobbiamo ringraziare. Milano ha sempre manifestato grande attenzione sia verso l'innovazione, sia rispetto alle tematiche dell'home sharing, e questa firma ne è la conferma».
«In questo modo - afferma l'Assessore al Bilancio e al Demanio Roberto Tasca - con la preziosa collaborazione della piattaforma Airbnb, il Comune può contare sulle quote delle imposte dovute. Un passo in avanti che punta a dotare di strumenti di certificazione certi un settore in rapida espansione anche nella città di Milano che, proprio per la sua affermazione, porta con sé rischi di evasione fiscale».
L'imposta di soggiorno è dovuta dai non residenti che soggiornano nelle strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere del territorio comunale. Ed è una leva fiscale molto importante per la città, perché le entrate derivanti dalla tassa sono destinate ad interventi nei servizi turistici e per il recupero e la manutenzione dei beni culturali e ambientali di Milano.
Come funziona
Milano si unisce al club delle oltre 340 amministrazioni nel mondo - di cui fanno parte anche Genova, Bologna, Firenze, Palermo e Rimini - in cui Airbnb gestisce in maniera semplificata il versamento delle imposte e ha già raccolto oltre 510 milioni di dollari. Dal 1° marzo 2018, è infatti Airbnb a riscuotere, già al momento della prenotazione, l'imposta di soggiorno dovuta dagli host e a versarla al Comune di Milano. In pratica, l'accordo prevede che i prezzi degli alloggi reperibili su Airbnb siano già comprensivi dell'imposta di soggiorno, (3 euro a persona a notte per un massimo di 15 notti) e che questa venga versata direttamente alle casse comunali con cadenza trimestrale.
Airbnb a Milano
Il capoluogo lombardo, afferma Airbnb, continua a rappresentare una meta in crescita. Sono circa 16.000 gli annunci di Airbnb a Milano (+15% rispetto all'anno precedente). Negli ultimi mesi hanno ospitato 600.000 ospiti, con una crescita del 34% e una durata media del soggiorno di 3,3 notti. Sempre nell'ultimo anno, l'host tipico milanese ha condiviso la propria casa per 35 notti, con un ricavo di circa 2.000 euro.

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