Gestione Affitti

Polizze e identificativi tra gli obblighi regionali

di Bianca Lucia Mazzei

La Toscana sta per rivedere le regole sulle locazioni brevi modificando la legge del 2016 impugnata dal Governo, la Lombardia a gennaio ha previsto l’inserimento di un codice identificativo negli annunci di locazione, obbligo introdotto anche dalla Regione Lazio a giugno scorso. Dall’estate nuove leggi sono in vigore in Piemonte e Umbria.

Il fenomeno degli affitti brevi è “caldo” anche per le autonomie che sono intervenute per dettare regole, obblighi e adempimenti aggiuntivi rispetto a quelli stabiliti dalla normativa nazionale.

Pressoché tutte le Regioni prevedono la comunicazione al Comune, alcune richiedono però polizze assicurative (ad esempio la Lombardia), mentre altre hanno imposto limiti, entrando anche in conflitto con le competenze statali. È il caso della Toscana: la legge 86 del dicembre 2016 è stata impugnata dal Governo perché indicava soglie al di là delle quali scattava l’attività imprenditoriale. Per evitare la censura della Corte costituzionale (l’udienza prevista per il 20 febbraio è stata rinviata), la Giunta ha approvato un disegno di legge che cancella le norme sotto accusa, si allinea alla normativa statale e, per quanto riguarda le locazioni brevi, limita gli adempimenti alla comunicazione al Comune dei flussi turistici ai fini Istat.

Un cambiamento di rotta dovuto anche alle nuove regole introdotte dal Dl 50/2017, che rinvia a un successivo regolamento statale (non ancora uscito) la definizione dei criteri in base ai quali l’attività può essere considerata imprenditoriale (si veda il box a fianco).

Anche le leggi di Umbria e Piemonte (varate all’indomani del Dl 50) hanno separato con nettezza le locazioni brevi dalle altre strutture ricettive (come ad esempio, case vacanze e B&B). L’ Umbria prevede la comunicazione allo sportello delle attività produttive mentre il Piemonte la trasmissione al Comune di un apposito modello.

La polizza di responsabilità civile nei confronti degli ospiti è obbligatoria in Lombardia che, a metà gennaio, per contrastare le locazioni in nero e l’evasione fiscale, ha introdotto l’obbligo di inserire in ogni annuncio il Cir, Codice identificativo di riferimento che viene fornito dai Comuni quando l’aspirante affittuario invia la comunicazione d’inizio attività. Accolta con favore da Federalberghi, che ha spesso lamentato la “concorrenza” dei privati impegnati nelle locazioni brevi, l’iniziativa è stata invece aspramente criticata dai soggetti direttamente coinvolti. L’associazione che tutela i proprietari che fanno locazione turistica, Pro.Loca.Tur punta il dito contro il fatto che, per ottenere il Cir, è necessario dichiararsi casa vacanza e questo metterebbe a rischio l’utilizzo della cedolare secca e contesta il fatto di dover fare una dichiarazione che, per i privati, non sarà veritiera. Di parere opposto la Regione, secondo cui la tassa piatta non è in forse. In realtà, la circolare 26/E/2011chiede solo che, per poter optare per la cedolare, il locatore non svolga attività d’impresa.

Il codice identificativo è stato previsto anche nel Lazio: per ottenerlo, per chi affitta a breve termine, basta la comunicazione al Comune.

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