Gestione Affitti

Affitto, nuove intese in arrivo sui canoni concordati

di Raffaele Lungarella

Sono stati firmati i primi accordi territoriali per i contratti a canone concordato, in attuazione del Dm Infrastrutture e trasporti 16 gennaio 2017. Tra le prime intese ci sono quelle di Bologna, Udine, Bergamo, Grosseto, Verona, Sesto San Giovanni, Jesolo (Venezia) e Montebelluna (Treviso).

Il Dm, in pratica, ha modificato la “cornice” regolamentare entro cui devono muoversi le associazioni della proprietà e i sindacati degli inquilini nel definire gli accordi locali che guidano la stipula sul territorio dei contratti di locazione a canone calmierato, compresi quelli per gli studenti universitari e quelli transitori.

I precedenti criteri erano stati definiti dal Dm 30 dicembre 2012. Per ora la struttura dei nuovi accordi locali pare essere rimasta sostanzialmente identica, con qualche novità. Ogni accordo continua a prevedere i livelli massimi e minimi dei canoni tenendo conto dei valori di mercato, della presenza del verde pubblico e delle altre dotazioni infrastrutturali, oltre che delle tipologie edilizie e dello stato manutentivo della casa. Tuttavia, rispetto al precedente decreto ora si può fare riferimento a porzioni dell’unità immobiliare.

Più rilevante la novità relativa all’assistenza delle organizzazioni dei proprietari e degli inquilini per la stipula del contratto e la definizione del canone. Secondo il Dm 16 gennaio 2017, se il contratto è sottoscritto senza quell’assistenza, deve essere “vidimato”, cioè almeno un’organizzazione deve attestare che il canone è stato calcolato correttamente affinché il locatore possa beneficiare delle agevolazioni fiscali (per esempio, la cedolare al 10%). È una precauzione per evitare canoni superiori ai massimi consentiti.

Nel Dm 30 dicembre 2002, invece, questo obbligo di vidimazione non c’è, anche se alcune intese lo prevedono su base facoltativa e le Entrate (o i Comuni, a fini Imu e Tasi) possono sempre verificare che il canone stia entro i limiti massimi e, in caso negativo, disconoscere le agevolazioni.

Sono ancora pochi gli accordi sottoscritti per valutare se, rispetto a quelli vecchi, siano stati introdotti cambiamenti rilevanti, oltre all’aggiornamento dei valori minimi e massimi dei canoni per le singole aree. Se le intese hanno funzionato bene in passato, i cambiamenti si limitano a semplificare le procedure, come avviene con il nuovo accordo sottoscritto a Bologna. Qui la novità principale è che l’accordo territoriale è unico per tutta la città metropolitana, che coincide con la vecchia provincia. Non ci sono più i singoli accordi comunali, ma la città metropolitana è suddivisa in micro-aree, per tenere conto delle diverse condizioni del mercato della casa.

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