Gestione Affitti

L’offerta ridotta frena la ripresa dei canoni

di Michela Finizio

È una fase di stallo per il mercato della locazione. I proprietari faticano a mettere a disposizione gli immobili, gli affittuari hanno capacità reddituali contenute (se non, spesso, inadeguate) e il risultato è che i canoni restano stabili, senza variazioni sostanziali ormai da anni. «È un mercato fermo», afferma Luca Dondi di Nomisma, che sottolinea l’invarianza dei valori negli ultimi tre anni, dopo un crollo che ha portato gli affitti a perdere circa il 20% rispetto al 2008.

I canoni hanno iniziato leggermente a muoversi solamente in alcuni grandi centri, dove si concentra la domanda di lavoratori fuori sede e studenti, oppure in alcune località turistiche. «I canoni sono leggermente in aumento nelle zone dove la domanda resta ancora sostenuta», afferma Fabiana Megliola, responsabile dell’ufficio studi del gruppo Tecnocasa, che sottolinea anche l’attenzione crescente da parte dei locatori nei confronti della qualità dell’immobile: «Se l’appartamento è ben arredato, ristrutturato da poco e le spese condominiali sono basse – afferma Megliola – la qualità si riflette sul prezzo e gli inquilini sono disposti a pagare qualcosa di più».

A Milano, dove i canoni medi mensili vanno dai 540 euro per un monolocale ai 970 per un trilocale, Tecnocasa registra la percentuale più alta di persone che cercano casa in affitto per motivi di lavoro (55,9%); a Genova il primato per il maggior ricorso al canone concordato (59,3% è l’incidenza sui nuovi contratti registrata dalle Entrate); a Napoli l’incremento principale degli affitti agli studenti (lievitati del 16,7% secondo l’Agenzia).

«Nei piccoli centri, invece, il mercato della locazione praticamente non esiste – aggiunge Luca Dondi di Nomisma – e il numero di contratti è davvero esiguo». A pesare in questo caso è l’ancora diffusa diffidenza dei proprietari nei confronti della locazione. «In Italia –prosegue – si contano 3,7 milioni di famiglie multiproprietarie e molte preferiscono lasciare l’immobile libero, a disposizione, piuttosto che affittarlo. A frenare è la paura di imbattersi in un inquilino moroso, senza meccanismi di tutela troppo onerosi».

Nel frattempo, ora che l’acquisto dell’abitazione è tornato più accessibile, chi se lo può permettere sceglie il mutuo. Così la composizione della domanda di affitto si è ulteriormente spostata verso una fascia con disponibilità reddituali contenute. «La defiscalizzazione dei redditi da locazione – conclude Dondi – non è bastata ad aumentare l’offerta. Lo strumento della locazione non si diffonde perché il rapporto fiduciario tra locatore e locatario resta ancora legato a fattori di alchimia, senza meccanismi pubblici di garanzia».

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