Gestione Affitti

Airbnb, scontro sulla tassazione

di Marco Mobili e Marco Rogari

La tassa sulle locazioni brevi inserita in manovra, e ribattezzata “tassa Airbnb”, non piace ai gestori delle piattaforme on line né tanto meno agli agenti immobiliari professionali chiamati a vestire i panni dei sostituti d’imposta. Ma il Parlamento non demorde. E lo stesso presidente della Commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia (Pd), respinge le critiche al mittente senza perdere l’occasione per sottolineare che i rappresentanti di queste strutture non possono «venire qui (alla Camera, ndr) a dirci che non ci sono stabili organizzazioni in Italia, lo trovo un po’ arrogante». Non solo. «Vederlo poi ammettere anni dopo e solo a causa delle inchieste non è il massimo. Costruiremo norme che rispettano le regole internazionali vigenti che abbiamo comunque il dovere di cambiare in Europa e nel resto del mondo. E su questo il passaggio del G7 economia di Bari di questo fine settimana potrà aiutarci molto». Intanto arrivano le perplessità e i rilievi dei tecnici della Camera su alcune misure del maxi-decreto. In prima battuta l’allargamento dello split payment e la stretta sulle detrazioni Iva. Ma ci sono anche critiche sulla fusione Anas-Fs, sul terremoto e sui giochi.

Lo scontro-confronto tra Boccia e i rappresentanti degli operatori del mercato delle locazioni brevi è avvenuto al termine del ciclo di audizioni sulla manovra correttiva all’esame della Camera. A chiusura sono stati ascoltati anche i rappresentanti del mercato dei giochi, «a rischio collasso» secondo le associazioni aderenti a Confindustria, Sistema gioco Italia e Acadi. Per Boccia, dunque, «non esiste una tassa AirBnb, ma una proposta coerente rispetto alla trasformazione in corso del mercato fatta dal governo sulla quale il Parlamento farà le proprie valutazioni». A preoccupare gli operatori non è tanto la cedolare secca del 21%, ha spiegato Alessandro Tommasi, Public policy manager di Airbnb Italia, ma «la difficoltà che a un soggetto estero possa essere attribuito per legge il ruolo di sostituto d’imposta in Italia senza consentirgli di dimostrare l’assenza o la presenza di stabile organizzazione».

Per Booking.com la tassa sulle locazioni non è attuabile e scoraggia gli operatori europei ad arrivare in Italia. Servono strumenti meno invasivi e per questo i rappresentanti di Booking.com hanno proposto l’abolizione dell’articolo 4 della manovra perché «manifestatamente in contrasto con la normativa europea in merito alla libera prestazione di servizi e al principio di proporzionalità».

Altro tema caldo della manovra è la nuova stangata sui giochi. Sistema Gioco Italia e Acadi hanno affermato che se la “stretta” non sarà rimodulata sull’intero comparto c’è il rischio di collasso. E, ricordando come la tassazione sugli apparecchi sia ormai insostenibile, hanno messo sul tavolo una proposta concreta di rimodulazione del nuovo prelievo su new slot e videolottery: per le new slot l’aumento potrebbe passare dal 17,5% ante decreto al 18,3% anziché al 19%, mentre per le Vlt il Preu dovrebbe passare al 5,8% anziché al 6%. Inoltre si potrebbe agire sul pay out e sulla tassa sulla fortuna. Sul tema è sempre Boccia ad annunciare che sarà necessario aprire una discussione seria soprattutto sui giochi online dove le stesse audizioni fanno emergere che sulla rete «c’è un vero e proprio far west».

Intanto la lente del servizio Bilancio della Camera è finita su più di una delle misure del maxi-decreto sulla manovra. A cominciare da quelle su estensione dello split payment Iva, stretta alle detrazioni Iva, giochi, fusione Anas-Fs e sul capitolo terremoto. In particolare, i tecnici di Montecitorio affermano che «appaiono necessari chiarimenti» sui criteri adottati nella relazione tecnica del provvedimento per stimare le «maggiori entrate lorde Iva», gli «oneri per rimborsi Iva» e le «compensazioni». Quanto all’anticipo della termine per portare in detrazione l’Iva assolta sugli acquisti, il dossier segnala che, in fase di prima applicazione, la norma «sembra suscettibile di determinare effetti negativi in relazione alla quota di Iva che verrebbe portata in detrazione con un anticipo di un anno».

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