Gestione Affitti

Immobili ad uso non abitativo, legittimo il canone differenziato nel tempo

di Silvia Marzialetti

Nell'ambito del canone immobili ad uso non abitativo, è legittima la clausola che stabilisce l'iniziale predeterminazione del canone in misura differenziata e crescente per frazioni successive di tempo nell'arco del rapporto. Lo ha stabilito la Cassazione, sentenza 22909/2016.
Al centro della vicenda il contenzioso sorto tra un uomo bolognese e una società, condannata dal tribunale di Bologna allo sfratto per morosità, in relazione a un contratto di locazione a uso diverso di abitazione intercorso tra le parti. Dopo aver sanato integralmente la morosità contestata, la società ha invocato la condanna del locatore alla restituzione delle somme versate in eccesso a titolo di canone, facendo leva sulla nullità della previsione contrattuale che prevede una modulazione crescente, nel tempo, del canone. Richiesta, quest'ultima, accolta dal tribunale di Bologna, ma disattesa dalla Corte di appello.
La Cassazione conferma la validità della clausola che modula il canone in misura differenziata e crescente per frazioni successive di tempo nell'arco del rapporto ma, rispetto alla giurisprudenza precedente, cassa il passaggio che ancora tale clausola ad “elementi predeterminati e idonei a influire sull'equilibrio economico del contratto, del tutto indipendenti dalle variazioni annue del potere di acquisto della moneta”. La Corte ribadisce anzi che le parti “conservano la libertà” di assicurare al locatore un corrispettivo crescente - sempre in termini di valore reale - sia prevedendo il pagamento di rate quantitativamente differenziate, sia prevedendo il frazionamento dell'intera durata del contratto in periodi temporali più brevi e a ciascuno dei quali corrisponda un canone passibile di maggiorazione.
C'è però una condizione che nella sentenza 22909 del 9 novembre viene ribadita. E cioè che quanto affermato viene meno qualora risultasse - a insindacabile giudizio del giudice di merito - che le parti abbiano optato per questa soluzione con l'unico obiettivo di neutralizzare gli effetti della svalutazione monetaria e incorrendo, pertanto, nella sanzione di nullità.
Ma non è questo il caso.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©