Gestione Affitti

A Milano il vantaggio dei nuovi contratti arriva dallo sconto Imu

di daro Aquaro

Era il 5 luglio 1999 quando a Milano fu firmato l’accordo territoriale per il canone concordato. Che è rimasto l’unico fino allo scorso 24 giugno, quando – al termine di una trattativa durata 14 mesi – è arrivato finalmente il rinnovo. Il vecchio testo, scritto in un’altra epoca storica (in lire), era praticamente inservibile: basti pensare che la differenza media tra canone libero e concordato rilevata da Nomisma superava ormai il 60%. Il nuovo testo indica invece differenze intorno al 30%, e si rivolge alla platea di circa 100mila famiglie che in città sono in affitto a libero mercato.

Ad agevolare i contratti concordati è prevista un’aliquota Imu al 6,5 per mille, anziché al 9,6. ma non solo. In un’area che conta circa 15mila procedure di sfratto per morosità incolpevole, ci sono anche i quasi 7 milioni di euro a disposizione dell’Agenzia sociale per la locazione. Risorse destinate al Fondo salvasfratti (il proprietario che accetta di interrompere una procedura di sfratto per morosità incolpevole e di sottoscrivere con l’inquilino un nuovo contratto a canone concordato viene risarcito delle morosità pregresse fino a un massimo di 8mila euro); al Fondo di garanzia (il proprietario che affitta a canone concordato è tutelato fino a 18 mensilità da eventuali inadempienze dell’inquilino, che rientra dal debito concordando un piano con l’Agenzia); al contributo una tantum, legato alla durata del contratto – da un minimo di 1.200 a un massimo di 2mila euro – e destinato al proprietario che affitta a canone concordato tramite l’Agenzia.

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