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Assemblee in remoto, Confassociazioni chiede misure specifiche per il condominio

Bisogna garantire la validità delle stesse ed evitare contenziosi

di A.D.

Una lettera inviata al ministro della Giustizia Bonafede per sollecitare «nuove misure per il settore condominiale così da rendere valida l'assemblea in videoconferenza». Le ha sollecitate Franco Pagani, vice presidente vicario aggiunto di Confassociazioni, che attualmente raccoglie 612 associazioni professionali e d'impresa , di cui una ventina nel settore proprio del management condominiale.

«La nostra è una richiesta finalizzata - ha spiegato Pagani - ad evitare si presentino problemi. Ad oggi, considerata l'incertezza dell'interpretazione normativa e la divisione della dottrina sul punto, è forte il rischio di impugnazione della validità delle assemblee condominiali che dovessero tenersi in forma di videoconferenza, e dunque un conseguente incremento del contenzioso».

Eppure con il decreto legge Cura Italia del 17 marzo scorso, è stata prevista la possibilità di tenere in modalità videoconferenza riunioni di assemblee - prosegue Pagani - tra le altre - di società di capitali, la cui normativa, per quanto non espressamente previsto, si applica anche alla materia condominiale.

Confassociazioni chiede nello specifico una serie di modifiche, piccole ma essenziali, come «l'introduzione, nel Registro di anagrafe condominiale, degli indirizzi di posta elettronica ordinaria dei condomini che l'amministratore utilizzerà per attivare la partecipazione in videoconferenza».

Sottolineata anche la difficoltà di provvedere al pagamento delle forniture e mantenere in essere i servizi condominiali. «Di una questione che pertanto deve essere affrontata con estrema urgenza onde evitare un blocco» ha concluso il presidente di Confassociazioni, Angelo Deiana.