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A qualcuno piace sfitto

dalla Redazione


#aqualcunopiacesfitto. È l'hashtag che Confedilizia ha lanciato sui social network per denunciare il mancato rinnovo, con la legge di bilancio, della cedolare secca sugli affitti dei negozi, che la manovra dello scorso anno aveva introdotto per i contratti di locazione stipulati nel 2019.
Venendo a mancare questa misura – segnala la Confederazione della proprietà immobiliare – per i contratti stipulati dal 2020 i proprietari saranno soggetti all'Irpef, all'addizionale regionale Irpef, all'addizionale comunale Irpef e all'imposta di registro, per un carico totale che può superare il 48 per cento del canone e raggiungere il 60/70 per cento se si considera la patrimoniale Imu-Tasi. Una tassazione che, unita alle spese di manutenzione, al rischio morosità e alla normativa vincolistica del 1978, impedisce nella gran parte del Paese di permettere l'avvio di nuove attività economiche, causando diffuse situazioni di degrado e abbandono.
Emendamenti per la conferma della cedolare erano stati presentati sia dalla maggioranza (Movimento 5 Stelle, Partito democratico, Italia Viva) sia dall'opposizione (Lega, Forza Italia, Fratelli d'Italia). Ma in Commissione Bilancio al Senato si è registrato un inaspettato, e,sottolinea Confedilizia, ancora non spiegato, dietrofront.