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Sunia: rischio sfratti non risolto con il Ddl di Bilancio

dalla Redazione

Governo gli inquilini in difficoltà: con l'affitto possono continuare
ad essere sfrattati. Lo sostiene Daniele Barbieri, Segretario generale del SUNIA.
«E' questa l'amara conclusione - si legge nel comunicato del sindacato i9nquilini - che deriva dalla lettura del Disegno di Legge di Bilancio per il 2017 depositata alla Camera dei deputati. 2 milioni e mezzo di famiglie che vivono in affitto in case private e che per il
70% hanno una incidenza del canone sul reddito molto pesante per il
Governo non hanno alcuna necessità di interventi. Le oltre 190.000 famiglie
sfrattate per morosità negli ultimi tre anni con un trend in crescita, le 600.000
domande di case popolari senza risposta, la domanda dei giovani e di chi
cerca una casa ma non ha la possibilità di acquistarla, evidentemente non
costituiscono una emergenza se non nei momenti in cui esplode un
problema ed allora c'è la necessità di provvedere con uno spot o con una
slide. Non è questo il modo di governare - dice il Sunia - un settore così complesso come la casa.
Le proposte del Sunia sono di inserire nel dibattito parlamentare questi punti:
1) Il rifinanziamento del fondo di sostegno all'affitto, che da misura
pensata come strutturale è divenuto ormai “una tantum”. Deve tornare
ad essere un finanziamento certo per garantire un intervento
preventivo al manifestarsi della morosità ed è per questo che anche
l'attuale fondo per la morosità incolpevole dovrebbe essere inglobato
nel fondo di sostegno prevedendo anche forme rapide di erogazione
ai beneficiari.
2) Un finanziamento pluriennale per l'edilizia sociale ed in particolare di
quella a canone sociale. Non possiamo continuare ad ignorare che la
domanda che rimane insoddisfatta è quella più debole. Continuare a
far finta che il Social Housing affidato ai privati sia la risposta alla
domanda abitativa è pura illusione. Il Social Housing nel nostro paese
ha offerto soluzioni assolutamente inadeguate sia numericamente sia
per tipologia di offerta. Poche case essenzialmente in proprietà diretta
o differita, affitto insignificante ed in molti casi con scarsa trasparenza.
3) Un quadro fiscale certo per i contratti concordati. Oggi l'unico
strumento per abbassare il livello complessivo degli affitti è
rappresentato da questo strumento. Garantire certezza fiscale è una
delle condizioni perché funzioni. E' per questo che è necessario
rendere stabile la cedolare secca al 10% che dovrebbe scadere nel
2017, mantenendo inalterata e se mai allargarla, la differenza di regime
fiscale con i contratti liberi.
Contemporaneamente è indispensabile prevedere la possibilità per
l'inquilino di detrarre l'affitto dal proprio reddito in analogia con quello
che avviene per la prima casa. Una misura che garantirebbe
alleggerimento del peso dell'affitto e contrasto all'evasione ed
all'elusione fiscale.