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La revisione contabile condominale va fatta da chi ha vera esperienza nel settore

di Luigi A. Ciannilli (presidente CONF.A.I)

Non si può che essere d’accordo con Francesco Schena, autore dell’articolo “Il revisore condominiale non può essere un miope censore”, in particolare quando puntualizza: «Da qui la inderogabile necessità di rivolgersi a professionisti seriamente preparati e che siano in possesso di una competenza specifica e maturata nel settore, evitando di ricorrere ad improvvisati o ad altre figure professionali che ritengono - per mera analogia – di poter verificare la contabilità condominiale solo perché esperti contabili, ragionieri o commercialisti, evitando una formazione specifica in quanto considerata inutile».
La diversità tra la «contabilità aziendale» e la «contabilità condominiale» sta innanzi tutto nella diversità che quando una fattura, di acquisto o di vendita, giunge nell'ufficio amministrativo di un'azienda, effettuata la registrazione cessa il suo iter. Mentre quando la fattura, di una prestazione o un bene acquistato dal condominio, giunge nell'ufficio dell'amministratore per la registrazione, allora inizia il suo iter. Con criteri e parametri totalmente diversi e addirittura sconosciuti in un'azienda.
Sarebbe infatti interessante sottoporre a un “Revisore contabile”, iscritto all'albo della categoria ma privo di esperienza di gestione condominiale, il “rendiconto” di un condominio contenente alcuni “pacchiani”e “voluti” errori di imputazione nell'attribuzione di una spesa, se è in grado di riconoscerli. Per esempio con riferimento a quanto contemplato all'art. 1124 del Codice civile dal Regolamento condominiale.