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Condominio e giudici di pace: i timori dell'Anammi sul disegno di riforma

dalla Redazione


Per l'associazione degli amministratori, l'ipotesi del passaggio di competenze, dalla magistratura civile a quella onoraria, per buona parte della materia condominiale è molto rischioso. “Invitiamo i parlamentari – afferma il presidente Bica – ad ascoltare le nostre ragioni”.
Un progetto rischioso, che porterebbe ad un ulteriore appesantimento degli uffici dei Giudici di pace. E' questo il principale timore dell'ANAMMI, l'Associazione Nazional-europea degli AMMinistratori d'Immobili, sul disegno di riforma della magistratura onoraria, approvato dal Senato e ora all'esame della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati.
A preoccupare l'ANAMMI è soprattutto il notevole trasferimento di competenze sul condominio dai tribunali al giudice di pace. In pratica, quasi tutta la materia condominiale diventerebbe appannaggio dei magistrati onorari. “Ci lascia molto perplessi - sottolinea Giuseppe Bica, presidente dell'ANAMMI – che il testo in discussione attribuisca una materia complessa come quella condominiale a giudici non togati, spesso con una preparazione disorganica e incompleta anche a causa dei diversi percorsi professionali affrontati prima di accedere all'incarico di giudice di pace. La preparazione ed il ruolo stesso del magistrato, che è a tutti gli effetti un alto funzionario dello Stato, offrono garanzie molto più solide”.
Inoltre, è ben nota la situazione degli uffici dei magistrati onorari, caratterizzata da un drammatico sovraffollamento e da una cronica mancanza di organico. “In un quadro del genere – commenta il presidente Bica - l'aumento di mansioni aggraverebbe uno scenario già drammatico”. A sorprendere negativamente gli amministratori di condominio, direttamente interessati dal disegno di riforma, è stato il mancato coinvolgimento nella definizione del testo legislativo. Eppure, sulla riforma del condominio del 2013, le associazioni storiche del condominio come la stessa ANAMMI sono state consultate a più riprese in commissione Giustizia, sia alla Camera sia al Senato.
“Non possiamo certo dire che la riforma sia stata disegnata ad immagine e somiglianza della nostra professione – ricorda Bica - ma, anche grazie all'apporto della nostra associazione e delle più importanti realtà del settore, siamo riusciti ad introdurre alcuni principi essenziali e ad evitare qualche errore”. Purtroppo, il testo del disegno di legge delega sul passaggio di competenze da magistrato a giudice civile è passato al Senato senza che le associazioni storiche del condominio siano state ascoltate.
“Ci appelliamo dunque ai deputati della Commissione Giustizia - afferma il presidente Bica -perché ascoltino le nostre ragioni, basate sull'esercizio quotidiano di una professione complessa, che, nel bene e nel male, incide sulla vita di 14 milioni di famiglie che vivono in condominio”.